Sentenza-shock del Tribunale dei Minorenni di Roma. La sovranità appartiene ancora al popolo?

 Il 29 agosto 2014 il Tribunale per i Minorenni di Roma ha riconosciuto ad una donna l’adozione della figlia della propria compagna, figlia nata tramite fecondazione eterologa ,  offrendo un forte  precedente giudiziario, anzi una vera e propria “apertura”, a tutti i sostenitori delle famiglie arcobaleno,  agli attivisti pro diritti L.G.B.T. etc..

Il ricorso è stato accolto sulla base di un ‘originale  ed innovativa intrpretazione dell'articolo 44 della legge sull'adozione del 4 maggio 1983, n. 184, modificata dalla legge 149 del 2001, che contempla l'adozione in casi particolari "nel superiore e preminente interesse del minore a mantenere anche formalmente con l'adulto, in questo caso genitore 'sociale', quel rapporto affettivo e di convivenza già positivamente consolidatosi nel tempo".

 L’ avvenimento è stato recepito dalle forze politiche di sinistra, come un  successo , un passo verso la  modernizzazione e dalle forze di destra  come un ennesimo attacco alla famiglia .
Il dato inequivocabile su cui qui si vuole soffermare la nostra attenzione, al di là divisioni partitiche e ideologiche e di ogni considerazione giuridica sulla legittimità dell’applicazione della normativa vigente, è il “cortocircuito legislativo – giudiziario” di cui  siamo tutti testimoni, con il silenzio/assenso delle maggiori testate giornalistiche, che invece dovrebbero essere i baluardi della democrazia , alzando anche voci contro il corso degli eventi di cui si parla .

Parlo di   “cortocircuito legislativo- giudiziario” perché a rigor di legge, ex art. 1 della Costituzione, “[..] LA SOVRANITA’ APPARTIENE AL POPOLO, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”, ed ex art 70 della Costituzione, “LA FUNZIONE LEGISLATIVA E’ ESERCITATA COLLETTIVAMENTE DALLE DUE CAMERE“.

Invece ciò a cui abbiamo assistito, ovvero la  sentenza ad opera del Tribunale dei minorenni di Roma, che configura un nuovo “nucleo familiare “ con due genitori donne , è un vero e proprio ”schiaffo” alla Carta Costituzionale.

Una sentenza si “atteggia” a norma sostituendo di fatto il ruolo delle Camere  come detentrice della funzione legislativa .

E ciò che ulteriormente dovrebbe preoccupare è che non si tratta di un caso isolato, bensi è il secondo di grande rilievo nel giro di poco tempo in subiecta materia. Basti ricordare la ormai celeberrima  sentenza della Corte Costituzionale con la quale è stata dichiarata illegittima la legge 40/2004 nella parte in cui vietava la fecondazione eterologa. La natura, in questo caso, del “cortocircuito legislativo – giudiziario” è diversa sotto il profilo giuridico,  ma con  conseguenze  pressocchè  similii.

 L’azione della Consulta, seppur in un procedimento legittimo, ha di fatto sovvertito l’espressione della volontà popolare manifestatasi in modo evidente, non solo nel procedimento legislativo che ha condotto all’approvazione della legge 40/2004, ma anche, successivamente, nel 2005, nel referendum  abrogativo della stessa legge, proposto dalle Sinistre, sconfitte per il mancato raggiungimento del quorum.

Può il Giudice Costituzionale andare contro un’espressione della volontà popolare, manifestazione del sentir comune di un Popolo, espressamente manifestatasi in un referendum abrogativo? Possono 15 Giudici contare più di 60 milioni di Italiani?

La dottrina giuridica più accreditata accosta il sovvertimento di un risultato referendario, espressione della volontà popolare per eccellenza, a veri e propri casi limiti, per lo più lesivi dei principi generali dell’ordinamento.

Orbene, oltre ai vistosi dubbi di carattere  di “diritto positivo” che sollevano i casi evidenziati sopra, altrettanti si manifestano sotto il punto di vista di “diritto naturale”.

Il sovvertimento dei costumi e delle tradizioni comuni, pilastri della crescita e dello sviluppo millenario dell’Uomo, sono messi in discussione dall’avanzare dell’ideologia liberal -progressista che sta frantumando (ed ha già frantumato in molte altre Nazioni) in  primis la cellula fondamentale della società: la famiglia , il Principium Urbis, cosi come definito da Cicerone .

L’ideologia liberal-progressista, connotata dai riflessi della filosofia di Marx e di W. Reich,  propone nuovi diritti ed estensione degli stessi, in un’applicazione scellerata di una democrazia  egualitarista .

Difendere la famiglia naturale, come “cellula dell’uomo” , madre e origini di ogni popolo, civiltà e cultura, è difendere l’essenzialità, l’intrinseca ed intima Natura umana.

Il pensiero liberal-progressista confonde il piano individuale (perseguire gusti che più aggradano ) con il piano sociale ed esteriore.

La famiglia naturale non ha bisogno di nascere da una sentenza, da nessun nuovo diritto, perché è un  “fenomeno” naturale e sociale  intrinseco nel l’uomo : per procreare occorre l’unione di uomo ed una donna.

Coloro che sostengono diverse tesi, come le due donne  che vogliono atteggiarsi a genitori, compiono e pretendono soltanto soddisfacimento di propri desideri, differenti e divergenti da ciò che è, usando un termine filosofico, ovvero l’indiscutibile fatto biologico che la vita nasce per il solo congiungimento di un uomo e una donna.

Possiamo , noi esseri umani, interporci , ostacolare il “cio che è “ ovvero l’ordine delle cose ? (ordine evidente per tutti atei e  credenti).

Nel momento in cui  fecondazione eterologhe e pratiche simili saranno ordinarie, il mondo sarà ancora il nostro mondo ?

Un mondo nel quale sarà ordinario scegliere il seme , il colore dei capelli, il colore degli occhi di un nascituro , come è ordinario scegliere un paio di scarpe, allora quel mondo non sarà più umano. Sarà un'altra cosa .

Il nascituro non sarà un frutto di un atto d’amore ma l’oggetto della volontà di pseudo-genitori.

 Per chi non  non accetta un destino davvero infausto l’impegno e la sfida sono quelli di mobilitarsi e di non arrendersi.

Coinvolgere e convincere amici , colleghi, che la battaglia giuridica, politica nonché  culturale non è a favore di un partito , di una fazione, ma è finalizzata a difendere  tutti noi ovvero la Natura umana nella civiltà.

Per questa prospettiva, ad esempio,  molte donne e uomini volentorosi in Francia hanno fondato La Manif Pour Tous, un vero e proprio movimento nato dal basso e con il consenso di migliaia di cittadini francesi , scesi vistosamente in piazza, per opporsi alle ultime fasi della distruzione della famiglia  portata avanti dal Presidente Hollande.

In Italia, di fronte allo stesso pericolo di distruzione della famiglia,  intrapreso con più forza  con la presentazione del DDL Scalfarotto( sull’”omofobia”), e sull’onda emotiva della grande mobilitazione francese, è stata creata la realtà nostrana de La Manif Pur Tous, dove con molti amici animo il reparto giovanile.

Il DDL Scalfarotto ha l’intento di creare il reato di omofobia, una legge liberticida a nostro avviso, perché anche affermare che la famiglia è una sola potrebbe essere considerato reato . Inaccettabile per una Stato che si dice democratico !

Lo scopo ora dunque è mobilitarsi, tenendo convegni ,svolgendo contro- informazione etc..

 La  REALTA’ GIOVANILE DE LA MANIF POUR TOUS ITALIA , di recente costituita, ha inziato questa  battaglia con il  primo Convegno, tenutosi presso la Pontificia Università San Bonaventura in Roma, con il prof. De Mattei (docente di Storia moderna presso l’Università Europea di Roma) ed il  prof.  Edmondo  Coccia (già docente di lettere antiche) e il rappresentante di Istituto del   liceo Giulio Cesare di Roma, sul tema:   “Libertà di insegnamento e   valori morali “, alla presenza di un  nutrito gruppo di giovani , 
che hanno preso l’impegno di dare il proprio  contributo per  difendere i valori fondanti della civiltà umana.  

Con la speranza di un avvenire migliore, per il quale molto c’è da fare

Cristian Testa
Portavoce de La Manif Pour Tous Giovani.


Una foto tratta dalla Conferenza del 12/6/14 – Libertà d’insegnamento e Valori morali.

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