Una nuova speranza per l'Europa

Lo scorso 25 novembre, a Strasburgo, Papa Francesco ha avuto occasione di parlare al Consiglio d’Europa ed al Parlamento Europeo, lanciando un messaggio di speranza e allo stesso tempo di monito, ad un’Europa il cui futuro si profila ogni giorno più distante da quella pensata dai padri fondatori e dai tanti pensatori che hanno avuto a cuore il nostro continente. Al Papa è bastata una sola giornata per segnare i passi fondamentali da compiere per invertire la rotta.

Il Santo Padre ha colto l’occasione per cercare di dare una vitalità nuova alle due istituzioni, ricordando  che nel mondo globalizzato in cui l’eurocentrismo è passato di moda, e nel quale l’Europa sembra sempre più una vecchia macchina pronta a morire, l’uomo deve tornare ad essere la priorità, “non tanto in quanto cittadino, né in quanto soggetto economico, ma (..) in quanto persona dotata di una dignità trascendente”.  Dignità e trascendenza, concetti impressi nell’uomo fin dall’antichità, che sono andati sviluppandosi attraverso la filosofia greca, il diritto romano, i popoli germanici e che hanno trovato nel cristianesimo la chiave di volta. Questi elementi, ricorda il Papa, sono riusciti a creare nella storia un grande spirito di collaborazione e di ricerca che hanno portato l’Europa ad essere per molti secoli il faro del mondo.

Il Papa, partendo da questi due pilastri fondamentali per l’essere umano si è spostato nell’ambito dei diritti umani, tema particolarmente caro all’Unione Europea. Francesco ha ricordato che non dobbiamo confondere i diritti umani con l’abuso dei diritti individuali, che escludono responsabilità e dovere, e che non cercano l’interesse comune, ma soltanto la soddisfazione di un mero egoismo. Per questo il Papa avverte della necessità di andare verso “una cultura dei diritti umani che possa sapientemente legare la dimensione (…)personale, a quella del bene comune, a quel “noi-tutti” formato da individui, famiglie e gruppi intermedi  che si uniscono in comunità sociale”.  Il monito del Pontefice è per noi, uno stimolo, a perseverare ogni giorno nell’impegno per la formazione di un Continente sempre più comunitario e solidarista, che valorizzi corpi intermedi e famiglie, base della nostra società. I diritti umani sono fondamentali per lo sviluppo dell’uomo e della società, tuttavia il Papa ammonisce dal rischio di guardare al progresso senza rimanere saldi nella tradizione. Prendendo spunto dal poeta italiano, Clemente Rebora, Papa Francesco sottolinea la necessità di avere un tronco solido con forte radici, necessari per far fiorire la società. Questa forte unione tra passato e futuro, per creare un presente migliore, si capisce di più, quando si pone alla base di questo tronco la Verità, la quale aiuta a combattere “la globalizzazione dell’indifferenza” che è contro il bene della persona.  

Ed è per questo che ai Parlamentari viene ricordato che l’uomo, prima di essere un’agente economico, è un essere relazionale, e che quindi soffre in modo particolare la solitudine, sempre più frequente a causa della crisi economica, della distruzione della famiglia e per la lontananza delle istituzioni dalla persona. Anche qui, il Papa ci indica la via da seguire: avvicinare la politica ai cittadini creando istituzioni che siano alla portata dell’uomo e che siano effettivamente sue rappresentanti. L’Europa contemporanea, invece, tradendo i sogni dei Padri Fondatori, si è trasformata in una macchina burocratica, interessata solo a far prevalere una logica consumistica e una  “cultura dello scarto”. La sfida del Papa è una cultura multipolare, che incontra il suo epicentro nella storia europea, Roma-Bisanzio-Mosca: punti di riferimento di diverse culture, che però si incontrano nello stesso punto, il cristianesimo.

 L’Europa deve fare delle sue diversità il suo punto di forza, andando al di là di schemi nazionalistici. È per questo che il Papa ci consiglia di guardare l’Europa come un Poliedro, “dove l'unità armonica del tutto conserva la particolarità di ciascuna delle parti”.

Il Santo Padre, quindi, contrappone alla “cultura dello scarto”, l’immagine del dipinto della Scuola di Atene, che rappresenta la forte unione tra cielo e terra, e di cui l’Europa si è sempre fatta promotrice.  La trascendenza, secondo pilastro dell’uomo, è essenziale per la vita, per mantenere viva la speranza e quello spirito umanistico, caro agli europei, che però rischia di perdersi seguendo le mode del momento, togliendo così centralità all’uomo.

Una volta messe le basi, il Papa entra nello specifico politico dell’Unione Europea, prendendo come spunto il motto dell’UE: Unità nella diversità, spiegando che la bellezza dell’Europa sta nel fatto di poter essere crocevia di culture, popoli, lingue ed economie differenti tra di loro, ma che sono unite da un grande sogno comune, che trova possibilità di esistere grazia alla solidarietà e alla sussidiarietà. Il rischio di oggi, è quello di omogeneizzare tutto in nome della globalizzazione e di una cultura burocratica, quando la cultura europea è formata da diverse storie e tradizioni che si sono sviluppate come rami di uno stesso albero, il cui tronco è formato dal cristianesimo e dai tanti Regni, Imperi e Stati che si sono formati durante i secoli.

Papa Francesco, non ha perso l’occasione per ricordare ai Signori Parlamentari, l’importanza che in tutto questo gioca la famiglia, cellula fondamentale della società, e la scuola e l’università che la devono aiutare nella formazione dei propri figli, non solamente attraverso l’insegnamento di “conoscenze tecniche”, ma anche nello studio della crescita della persona stessa.

In conclusione, il Santo Padre ha fatto memoria della grande storia che intreccia Europa e cristianesimo, strumento che è servito a creare pace e prosperità nel nostro amato vecchio continente, sperando che possa anche in futuro aiutare a superare questo periodo di paura, per dare una nuova ninfa all’Europa “portatrice di scienza, di arte, di musica, di valori umani e anche di fede. L’Europa che contempla il cielo e persegue degli ideali; l’Europa che guarda e difende e tutela l’uomo; l’Europa che cammina sulla terra sicura e salda, prezioso punto di riferimento per tutta l'umanità!”

Luca Roncella
Corrispondente spagnolo de La Manif Pour Tous Giovani

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