Ma gli omosessuali sono davvero orgogliosi di loro stessi?


Da mesi assistiamo all’intensificarsi delle lotte delle lobby LGBT che, sotto il falso nome della tutela dei diritti umani, perseguono, con forza e isteria allo stesso tempo, esigenze individualistiche ed egoistiche volte ad affermare legalmente ciò che loro, in un’accezione assolutamente personalissima, chiamano diritti: matrimonio, adozione di bambini e più in generale pseudo-famiglia.
Tralasciando il misconoscimento relativo a questi aspetti concreti della vita ormai declassati a mero diritto che ognuno nevroticamente può pretendere a proprio piacimento e a tutti costi, svuotando il concetto di famiglia, e oggettivando i bambini ormai in balia di capricciose pretese e imputate di piedi, ci chiediamo se davvero, stando così le cose, le persone LGBT siano davvero orgogliose di ciò che sono, dello stile di vita che gli appartiene, e se si sentano davvero così dignitosi in loro stessi. 
Domanda piuttosto ovvia che sorge spontanea nel momento in cui non possiamo fare a meno di notare che tutta la loro dignità e tutto il orgoglio non ruota attorno al loro status vitae, ma attorno al modello eterosessuale, che loro stessi PER PRIMI assolutizzano a canone di verità, confermando implicitamente quanto affermiamo e sosteniamo, senza rendersi conto della trappola per topi che da soli si costruiscono. Sembra quasi che l’affermazione del loro essere si concluda in una disperata imitazione delle prerogative esclusive per natura alle coppie eterosessuali. Non sarà forse il caso di dire che i primi omofobi siano loro verso loro stessi? Tale interpretazione è inoltre avvalorata da tutta quella frangia di omosessuali non gay (ignorata e derisa dai gay estremisti) che, coerentemente, si sentono sminuiti nel loro essere da tali pretese: gli omosessuali non gay non sono infatti dei “gay repressi”, ma individui che si apprezzano e amano per ciò che sono: non hanno bisogno di copiarci; non hanno bisogno di sposarsi perché si amano con coscienza, ossia nei pregi e nei limiti della loro natura che apprezzano e non considerano in nulla mancante; non hanno bisogno di comprare i bambini perché riconoscono il valore unico e irriducibile della famiglia da cui provengono e la difendono; e non hanno bisogno di indottrinare con teorie educative utopiche i figli altrui agendo a livello scolastico sin dalla più tenera età.
Tali pretese dei cosiddetti gay “allegri”, che poi tanto allegri non sembrano, offendono e sminuiscono la dignitosità del restante mondo omosessuale (in netta maggioranza e oscurato da volontà lobbystiche e politiche perché scomodo), dipingendolo unicamente come un mondo privo di valori e di rispetto verso sé e verso gli altri.
Ma allora, se non solo noi, ma anche la maggioranza degli omosessuali, non ha di queste pretese illegittime, quale sarà il vero intento di questa manovra lobbystica...?

DIFENDIAMOCI DALL'AGGRESSIONE DEI VERI VALORI ANTROPOLOGICI OGGI MESSI IN CRISI ATTRAVERSO TATTICHE E STRATAGEMMI TUTT'ALTRO CHE TRASPARENTI.

Maria Pia Pasanisi

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